Borse di studio: 3.000 franchi in più

È con gioia che dobbiamo accogliere questo passo verso l’apertura del Canton Ticino alla formazione universitaria. Il Consiglio di Stato ha infatti licenziato il messaggio che comporta un aumento dell’ammontare massimo degli assegni di studio da 13 mila a 16 mila franchi. È importante però che le piccole e positive innovazioni siano sempre seguite con un occhio critico e attento al contesto che le circonda. Se infatti possiamo dire che più soldi nelle borse di studio significano una più ampia possibilità di formazione per chi non ha i mezzi per accedere alla scuola, dobbiamo anche riconoscere che i modi di sussidiare gli studi universitari sono in realtà due. Oggi si è deciso di aumentare la cifra degli assegni, quindi soldi dati agli studenti a fondo perso. Questi soldi sono veramente «democratici», poiché appianano una situazione finanziaria familiare che non permetterebbe al giovane di studiare (ricordo infatti che in Ticino ci sono solo quattro facoltà, quindi la stragrande maggioranza degli universitari deve spostarsi fuori cantone). Si tratta di vera giustizia nel senso di garantire uguali opportunità anche ai meno abbienti. Dobbiamo però continuare in questa direzione e favorire sempre e assolutamente questa forma di sussidio statale rispetto all’incombere viepiù imponente dei prestiti di studio. Questi sono soldi che il giovane dovrà – nel lungo periodo – restituire allo Stato dopo gli studi, che comportano quindi l’indebitamento sin dall’inizio della vita lavorativa. Non voglio qui affermare che il concetto di prestito di studio sia completamente sbagliato: ciò che è sicuramente però importante ribadire è che una vera uguaglianza delle opportunità è quella che permette al giovane di decidere che lavoro svolgere senza la preoccupazione di dover ripagare importanti oneri gravanti sulle sue spalle. Non illudiamoci: 16 mila franchi raggiungono a malapena il limite minimo della soglia per una vita dignitosa, in particolare in città care come Ginevra e Zurigo. È quindi necessario che ilCantone faccia ancora di più. Possiamo però dire che questi 3.000 franchi voluti dal Governo permetteranno di sicuro ai giovani universitari di lavorare meno a lato dello studio, potendo quindi dare più qualità alla loro formazione.

Filippo Contarini, Porza
Corriere del Ticino, 18 gennaio 2010