Corsie ciclabili: anni luce dietro la Svizzera interna!

Ho cominciato ad avvicinarmi al mondo della bicicletta andando a studiare in Svizzera interna. Mentre a Zurigo l’università era letteralmente su un monte e quindi proibitiva per la bici mattutina, spostandomi a Lucerna ho potuto comprarmi una biciclettina per andare a scuola, che sta sul lago. Lucerna, come tante città della Svizzera tedesca, è una città attorniata da colline. Niente di meglio: di giorno a scuola rapidamente senza faticare, la sera una bella sgambata nei dintorni per rigenerarsi e tenersi in forma.

La particolarità di Lucerna (e di tutto il suo cantone, come d’altronde Zurigo, Zugo, Berna, ma anche Monaco di Baviera e tanti altri luoghi svizzeri e tedeschi) è la forte presenza di corsie ciclabili, un fattore fondamentale per tutti i ciclisti e per tutti gli automobilisti. Gli uni per sentirsi sicuri, soprattutto quando vengono sorpassati da bus, 640-864
camion e macchinone che rischiano di farli cadere. Gli altri per andare tranquilli senza dover rischiare di investire nessuno e soprattutto senza dover arrabbiarsi quando si giunge dietro ad un ciclista “invadente” e non lo si può superare perché arrivano altre macchine in senso inverso.

Insomma, avere sulle nostre strade le corsie ciclabili porta buonumore e benessere. Si va volentieri in biciletta e si vive volentieri nella natura, sono immagine di una cultura civile, sana, figlie di una cittadinanza consapevole di sé nella gestione della cosa pubblica.

Poi torno in Ticino, nel luganese in particolare, e rimango inorridito. Anche quando sono a casa vado volentieri a fare dei giretti, ma ogni volta ho un piccolo sentimento di paura: sarà sicuro mettermi su queste strade? Un sentimento di questo tipo è indice di una situazione che non dovrebbe aver spazio nella nostra Svizzera, nel luganese soprattutto, terra di ciclismo, di ordine (anche stradale) e di ricchezza.

Porto due esempi: a metà settimana ho percorso la tratta Porza-Comano-Origlio-Tesserete-Canobbio-Porza e ieri la tratta Porza-Savosa-Bioggio-Manno-Lamone-Origlio-Porza. Corsie ciclabili? Quasi nessuna! Giusto a Manno un chilometro sul rettilineo (zona SUPSI) e a Gravesano un centinaio di metri. E basta! Niente tra Canobbio e Tesserete. Niente tra Origlio e Cureglia. Niente tra Taverne e Origlio. Niente tra Canobbio e Comano. Niente tra Cureglia e Comano. Niente tra Origlio e Tesserete. Purtroppo proprio dove ce ne sarebbe più bisogno, ovvero in salita, non ci sono quasi mai corsie. Ma soprattutto non ce ne sono nei paraggi di Porza, una situazione veramente imbarazzante considerando che il Municipio ha stanziato delle sovvenzioni per comprare la bicicletta elettrica…

Questa situazione è triste non solo per i ciclisti e per gli automobilisti, ma per i motivi che ci sono dietro. Tutti sono infatti concordi nel dire che i luganesi son gente che la domenica vive di biciletta, gente che per fare la scalata del Baro da queste nostre terre ci deve passare. Gente che si rattrista passando dalla rotonda di Canobbio trovando sui muri le incitazioni agli atleti del mondiale del 1996, vedendo che poi lo Stato non fa niente sulle sue strade! Ma i veri colpevoli, il cantone e i comuni, hanno deciso che per le corsie ciclabili non si deve spendere. Nella periferia di Lugano, dove il ciclismo è amato e praticato, ci sono comuni che hanno il moltiplicatore in costante discesa e nel contempo non fanno nulla per garantire le corsie ciclabili alla propria gente.

Il gioco lo conosciamo, è una lotta a darsi la colpa a vicenda. “Sulla strada cantonale è il cantone ad avere la competenza!” dicono i comuni. Avete però mai sentito l’Acuti e la Coreti chiedere una deroga e impegnarsi per fare le corsie ciclabili? No, meglio tenere il molitplicatore basso…

È questa è la politica “di noss gent” che i partiti borghesi e leghisti al potere nel cantone in queste valli portano avanti? È questa la famosa “cultura ticinese” che vogliono sostenere? Che vadano una volta per strada in bicicletta e pensino a quanta terra incolta ai bordi sarebbe utilizzabile per le corsie ciclabili! Piöcc!

Filippo Contarini, giurista, Porza

pubblicato su Ticinolibero.ch il 12 giugno 2012