Libero e svizzero

C’è un’intera parte politica (mi riferisco chiaramente ai partiti gemelli Lega e UDC) che sta tappezzando il cantone di cartelloni con l’ormai vecchio slogan “Liberi e Svizzeri”. Che modo arrogante di fare politica, questa destra gioca coi sentimenti di noi tutti. Sembra volersi impadronire della nostra identità. Senza nemmeno chiedercelo.

Sì, perché anche io sono libero, senza essere un UDCino. Posso scrivere quello che penso senza che mi sia imposto altro o che io venga censurato. Mi posso muovere senza essere controllato e posso incontrarmi con chiunque. Ma non solo. Cerco di essere libero da pregiudizi, cerco di non costringermi fra le catene della paura e dell’intolleranza di chi mi sta attorno. Sì non sempre si riesce, ma essere liberi significa anche avere la forza di superare i propri blocchi. E infine, con i miei concittadini sono libero di lamentarmi e di andare a Berna a discutere di soluzioni concrete a vari problemi che affliggono zone di frontiera come la nostra.

Insomma, purtroppo tutto ciò che non coincide con i pensieri conservator-liberisti di Lega e UDC.

Così come mi sento libero, sono svizzero. Forse sembrerà strano, ma il motivo principale non sono le origini di sangue. Non è primariamente perché una parte della mia famiglia è patrizia da generazioni, né perché parlo tre lingue. E non è nemmeno perché i miei parenti sono emigrati in Australia per rinviare le rimesse in patria quando qua tutto andava male. È piuttosto perché mi sento parte di una collettività, la popolazione svizzera, operosa, positiva e rispettosa di tutti. Una popolazione che ha una storia in controtendenza a quella del potere conservatore, che ha così spesso vissuto zone d’ombra. Solo citare l’accoglienza che hanno dimostrato i cittadini svizzeri nei confronti degli ebrei mentre la politica voleva guardare altrove vale più di mille discorsi. La solidarietà fra i lavoratori che nei decenni sono riusciti a creare un sistema di protezione sociale impensabile in altri luoghi – alla faccia delle lobby industriali contrarie – è un motore inestimabile dell’identità elvetica. Ma anche, per stare più sul quotidiano, si pensi alla facilità con cui tutti, politici di spicco compresi, possono spostarsi e incontrare la popolazione, impensabile ad altre latitudini. Sì, perché gli svizzeri sono comprensivi, parlano, dialogano. Cercano soluzioni ai problemi, cercano compromessi, per il bene di tutti.

Insomma, purtroppo tutto ciò che non coincide con i pensieri conservator-liberisti di Lega e UDC.

Sì, io sono libero e svizzero. E nessuno slogan di sorta potrà rubarmi questi sentimenti.

Filippo Contarini, candidato PS al Consiglio nazionale

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