Rinuncia alle Corti d’assise, un errore storico!

La commissione della legislazione del Gran Consiglio propone la revisione della Legge sull’organizzazione giudiziaria per adeguarla alla nuova procedura penale federale. Questa revisione, passata un po’ in sordina, è rivoluzionaria per i processi penali ticinesi: il popolo non potrà più partecipare alle sentenze. In Ticino le corti d’assise sono nate 200 anni fa, simbolo del progresso, della liberazione dalle tirannie dei sovrani e degli azzeccagarbugli. La partecipazione della gente comune al giudizio è, infatti, importante per almeno tre motivi: innanzitutto il giudice che presiede la corte si vede costretto ad adeguare la lingua ed i ragionamenti giuridici in modo che siano comprensibili anche ai giurati. Questi giurati, inoltre, portano un vento di freschezza e di “ragionevolezza del vivere comune” che spessopossono venire a mancare nelle aule giudiziarie, fatto importante avendo a che fare con una materia così tecnica, ma al contempo così socialmente viva quale il diritto penale. Ultima importante motivazione è l’accettazione della sentenza da parte del pubblico:

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i giudici di una corte d’assise non sono parte di una casta, sono gente comune guidata da un giudice esperto. La società non può criticare un giudice nella sua persona, l’accettazione della sentenza risulta quindi più alta. La commissione della legislazione purtroppo non vede l’errore storico che commette proponendone l’abolizione. È vero, la modifica della procedura penale imposta dalla Confederazione impone dei cambiamenti nell’organizzazione dei tribunali ed anche le corti d’assise ne sono toccate. In particolare i giurati dovrebbero ora informarsi sugli atti prima del processo ed al giudice è data la facoltà di sospendere la seduta per più di tre giorni. Modifiche rilevanti, ma minime di fronte all’importanza di questo istituto! La commissione pretende di non avere tempo per rivedere a fondo la questione, dice di non voler prendere decisioni arrischiate non sapendo cosa succederà alla procedura. Insomma, la paura è purtroppo stata cattiva consigliera: invece di voler adeguare un sistema sperimentato ed importante, si è optato per la decisione più drastica, ovvero eliminare le corti d’assise del tutto. Il buon senso, invece, proprio perché non si sa come sia in concreto la futura procedura, imporrebbe di mantenerle, per poi semmai abolirle in secondo tempo, se si rivelassero impraticabili! In politica la scusa del poco tempo è purtroppo un velo pudico per non dover dire che non si vuole cambiare quello che hanno scelto altri. Ma questa scelta è palesemente sbagliata. Le corti d’assise sono un istituto ancora legale, adeguabile alle nuove esigenze ed utile, va quindi mantenuto e difeso!

Ares Bernasconi, Filippo Contarini, Assistenti all’Università di Lucerna, facoltà di diritto Corriere del Ticino e LaRegione, 10 aprile 2010