Logica della sospensione (teoria del tempo/spazio)
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Con la teoria del tempo/spazio cerco di costruire nella storia del diritto un metodo di lettura alternativo del rapporto fra i giuristi e la loro società nella modernità.
Parto dalla costatazione che perlomeno dal Cinquecento è diventato normale – nella nostra cultura – pensare al di là della realtà presente. Per operare nella realtà costruiamo mondi alternativi fittizi attualmente presenti, ma non tangibili, con l’obiettivo di ottenere nel futuro un risultato corretto e tangibile. Chiamo questo modo di operare con il termine di “logica della sospensione”.
Nella sua teoria della logica della prova Alessandro Giuliani definiva qualcosa di simile alla “logica della sospensione” descrivendo la cosiddetta procedura asimmetrica. Io propongo di pensare quella logica asimmetrica a tutte le strutture sociali. è una logica della modernità.
Questo approccio “di sospensione” è osservabile nella soluzione delle equazioni cubiche, definite da Pacioli ancora alla fine del Quattrocento come irrisolvibili, e risolte invece nella seconda metà del Cinquecento da Cardano usando i numeri complessi.
La sospensione operativa del tempo non è rappresentabile in una logica lineare, è necessario passare alla rappresentazione spaziale. un punto nello spazio infatti rappresenta una sintesi di due coordinate una dipendente dall’altra. La prima coordinata “nasconde” la seconda, potremmo dire che la sospende, la fa venire “dopo”. è possibile osservare un punto nello spazio (bidimensionale) in un solo tempo, ma per descriverlo bisogna nominarne le coordinate, e fare quindi un’operazione in due tempi, dove “prima” si dice l’ascissa e “poi” si dice l’ordinata. Le ascisse è come se “nascondano” le ordinate, che hanno così il privilegio di poter rimanere sospese.
La logica cartesiana formalizza l’epistemica della sospensione.