Il cippo, la lapide e il coraggio
Lo abbiamo visto tutti. E d’altronde è il suo scopo: farsi notare.
Parliamo del cippo di granito di fianco alla pensilina in centro a Lugano, che chiude finalmente parte dell’accesso dalla via che dalla Migros porta al lungolago (via Pretorio). Come tutti sanno, col PVP è cominciata la strategia di pedonalizzazione del centro e, come è giusto che sia, il municipio di Lugano si è attivato in modo concreto (e finalmente!). Il centro pedonale ci piace. Ancor di più ci piacerà il lungolago chiuso al traffico, se riusciremo a vederlo. Si raggiungerà solo con la politica dei piccoli passi, ne siamo tutti consapevoli.
I piccoli passi però a Lugano sono percepiti da una piccola minoranza – molto rumorosa va detto – come intere maratone. Appena si muove un sanpietrino tutti che urlano e sbraitano, la città pare intoccabile (certo, per lo sfascio di Paradiso e del monte Brè non ha invece urlato nessuno).
Amplificati per di più in modo indecente da una stampa che in agosto ha evidentemente poco da dire. Se non scrivere di un cippo di granito in mezzo a una strada ormai inutile. Oltretutto si tratta di una risistemazione a metà, per cui si sono messi tutti a fare da volano a una non-notizia, siccome il giudizio dovrebbe farsi a opera completata.
Non paghi, alcuni goliardi hanno pensato bene di mettere sul cippo un epitaffio, metafora macabra e banale, tra tutte quelle che si potevano scegliere per comunicare la propria insoddisfazione. Chiaro, non si può pretendere dai buontemponi d’essere abituati alla delizia delle pasquinate, ma certo che triste espressione democratica scegliere la morte come equazione elettorale.
La morte come soggetto d’augurio alla municipale Zanini Barzaghi che, oltretutto, si è sempre presa tutte le responsabilità politiche che le spettano. Onori e oneri, non parliamo di una taglianastri e tutti a Lugano lo sanno. Perché ricordiamolo, toccare Lugano, la città dei palazzinari per eccellenza, pretende coraggio e sicuramente polso fermo. Siamo sicuri che chi mette strani annunci mortuari non ha mai osato pensare di toccare una città che è stata in mano per 30 anni ad un architetto e che ora vede la sua maggioranza in mano ad un partito che ha come capo a vita un imprenditore edile.
Fate un giro di telefonate e scoprirete che tanti, in silenzio, a Lugano apprezzano il cippo di granito e la flora vicina, espressioni della nostra cultura operosa, esaltazione di un Ticino che è tanto decantato, ma poi dimenticato quando si tratta di fare risistemazioni urbane. Evidentemente preferiscono le automobili in centro.
Lo ripeto, non sono in maggioranza.
Filippo Contarini, PS
pubblicato su tio.ch il 7 agosto 2015