Imposta di successione: e la retroattività?

Dopo aver letto le interessanti opinio­ni di Lurati, Ambro­setti e Cattaneo sul­l’iniziativa sull’im­posizione fiscale del­le eredità multimi­lionarie penso i tem­pi siano maturi per approfondire un dettaglio tecnico.

Vorrei quindi qui parlare della tanto vi­tuperata retroattività prevista dall’ini­ziativa costituzionale, così da poter poi finalmente concentrarci sulla questione etica di avere o no imposte di successio­ne. Di cosa si tratta? C’è una norma tran­sitoria nel testo dell’iniziativa che dice così: «Le donazioni sono addizionate re­troattivamente alla successione dal 1. gennaio 2012» Ma cosa significa? Par­tiamo dall’inizio. L’iniziativa sull’impo­sizione di eredità milionarie propone che anche le donazioni sopra i 20.000 fran­chi vengano messe nel calderone per sa­pere a quanto ammonterà l’imposta. Il motivo è semplice: se io regalo 200.000 franchi a mio figlio per comprarsi casa è come se gli avessi anticipato una par­te dell’eredità. Bisogna però notare (e qua Pontiggia si confonde, nel suo arti­colo di fondo del 14 febbraio) che anche le donazioni sono incluse nella famosa franchigia di 2 milioni di franchi (art. 129a cpv. 3 lett. a dell’iniziativa). Lo sco­po della norma sulla retroattività diven­ta quindi chiarissimo.

La raccolta delle firme finirà nel febbraio del 2013. Se va tutto bene si voterà nel 2014 e quindi l’entrata in vigore sarà solo al 1. genna­io 2016. Da oggi quindi 4 anni, un pe­riodo di tempo molto lungo. Siccome tut­to il mondo è paese, è facile prevedere come i multimilionari toccati dall’ini­ziativa avrebbero approfittato di questo periodo per organizzare la loro succes­sione donando tutti i beni ai potenziali eredi prima dell’entrata in vigore. Que­sto i promotori dell’iniziativa lo sapeva­no benissimo. Hanno quindi escogitato uno strumento che eviti questo «aggira­mento» delle regole e della democrazia. Perché è di questo che stiamo parlando: nel momento in cui il popolo ha deciso di avere una giusta imposizione dell’ere­dità non è giusto che si utilizzino mez­zucci per aggirare questa scelta demo­cratica. Non per niente, a conferma di ciò, da settembre 2011 i notai e i registri fondiari hanno cominciato a lavorare senza sosta fino a capodanno e ci sono stati 1.000 casi di donazioni di fondi in più rispetto all’anno scorso!

Il fronte dei contrari all’iniziativa critica in modo pe­sante questo strumento, questo «scudo» della retroattività. Dicono che è immo­rale e paradossale. Ma così non è. Per­ché è proprio un compito del legislatore riuscire a far sì che la volontà popolare sia rispettata. E poi, a osservare ancora meglio, possiamo notare come questa «retroattività» in realtà sia un effetto an­ticipato «mascherato» (come ben dice Lurati). Perché la cancelleria federale ha pubblicato l’iniziativa sul Foglio federa­le il 16 agosto 2011. E quindi da quella data è noto a tutti che dal 1. gennaio 2012 c’è la grande probabilità che le do­nazioni siano messe in conto nel calde­rone dell’imposta di successione futura.

Non si inganna nessuno.

Per conclude­re, vorrei far notare che c’è chi critica ad­dirittura la costituzionalità di una tale norma. Anzitutto mi si deve spiegare co­me una norma costituzionale possa es­sere anticostituzionale… Ma, se proprio si vuole essere pignoli, la liceità è data anche dal contesto giuridico. La retroat­tività amministrativa non va contro i di­ritti dell’uomo (l’art. 7 Carta europea dei diritti dell’Uomo la vieta solo nel dirit­to penale) e la giurisprudenza la per­mette nell’ambito fiscale, a patto che ci sia una norma costituzionale (come in questo caso) e che serva a garantire la parità di trattamento, ciò che evidente­mente fa per coloro che muoiono, ma che non sono stati furbetti donando tut­to prima. Ma ancor più importante è no­tare una volta in più che solo le dona­zioni, e non le successioni, sono toccate da questa «retroattività».

Quindi se un facoltoso multimilionario viene a man­care prima del 2016 non vi sarà nessu­na imposta sulla sua eredità. E nemme­no sulle sue donazioni, a meno che ab­bia donato più di 2 milioni di franchi.

Filippo Contarini, giurista, Porza

Pubblicato sul CdT del 25.2.2012