La campagna anti AIDS – eccesso o prevenzione?

Pare che l’Alleanza evangelica svizzera abbia lanciato un’iniziativa contro l’ultima campagna mediatica organizzata dall’Ufficio federale della sanità per combattere la piaga dell’AIDS.

Sappiamo che nel 2013 c’è stato un aumento dei casi di contagio da HIV in Svizzera. I casi in più rispetto all’anno scorso sono pochi, la situazione è quindi stabile, ma non bisogna assolutamente abbassare la guardia. Il sito www.lovelife.ch, creato sempre dall’Ufficio federale della sanità pubblica, spiega in modo molto dettagliato come prevenire l’infezione da HIV, di cosa si stratta, di quale sia la sua pericolosità e la sua espansione. In particolare l’accento è posto sulla necessità di prevenire la trasmissione del virus utilizzando il preservativo. Il sito www.aids.ch è più ampio e affronta anche altre tematiche, come ad esempio i pregiudizi sui sieropositivi.

La campagna lovelife – stop AIDS lotta da decenni contro i bigotti di ogni genere (vedi immagini in fondo alla pagina). Sappiamo bene che questa epidemia si è sviluppata moltissimo sopratutto in ambienti omosessuali (il virus per quel tipo di contatti ha una trasmissibilità maggiore, inoltre culturalmente l’omosessualità è sempre stata legata a un libertinaggio più spinto, quindi ad un controllo più leggero della malattia). Ma piaccia o non piaccia, la sessualità nella nostra società è una realtà che non si potrà mai nascondere con un libro sacro. Anzi, il moralismo non ha mai protetto da nessuna malattia, la carne vuole, ha sempre voluto e sempre vorrà il suo piacere.

Ma l’HIV è un virus pericoloso e, sebbene ormai sia sotto controllo, può sviluppare l’AIDS, che non lascia scampo. Per questo c’è una strategia nazionale di lotta a questo virus che cerca di far breccia nella nostra società. Una società che, lo si voglia o no, è entratata a tutti gli efetti nell’epoca della “eroticizzazione” o “pornificazione”. Internet ha tolto i veli alla nostra intimità, i giovani crescono con un’esposizione al sesso estrema, gli adulti usano il virtuale come succedaneo alle loro esigenze fisiche. Questo non mi pare sia una cosa particolarmente grave, si tratta di un’evoluzione sociale globale, inarrestabile. Quello che dovremmo fare è capire di cosa si stratta e dare gli strumenti alla popolazione per affrontare la tematica senza subirne gli evidenti rischi di eccesso. È molto peggio permettere al marketing ed alle starlette di usare l’esposizione sessuale come strumento di dominio sociale che parlare e far vedere il sesso per riuscire ad avere una società meno esposta al rischio di propagazione di malattie mortali.

La pubblicità della campagna lovelife entra proprio in questo contesto. Senza far vedere nessuna scena particolarmente cruda, gli autori hanno chiesto a delle coppie di avere un amplesso e di registrarlo per questa pubblicità ai fini della prevenzione della salute. Il colosso americano Google-youtube (in perfetto stile americano) ha semi-censurato la pubblicità, non rendendola accessibile ai minorenni. Questo è un errore grave, perchè proprio i minorenni di oggi, che hanno un approccio diverso alla sessualità e alla vita di coppia rispetto a vent’anni fa, dovrebbero essere sensibilizzati alla prevenzione dall’AIDS.

Questa pubblicità non è un eccesso, è una affermazione di una realtà che proprio i bigotti ben conoscono, ma cercano di nascondere per non si capisce quale motivo. Far vedere la realtà fa male? La propagazione di malattie veneree fa ancora più male.

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