Iniziativa 1:12, prendiamo il toro dalle corna

L’iniziativa “1:12, per salari equi” è molto mal vista dai borghesi di PLR e PPD. L’accusa è diretta: l’iniziativa potrebbe distruggere la nostra economia fiorente e di successo.

Fatemi prendere il toro dalle corna. Non vi scriverò qua che l’iniziativa è buona perché è giusta secondo i massimi sistemi ecc. ecc. Discuto invece le critiche, durissime, che arrivano dai grandi capitani d’industria.

L’iniziativa 1:12 tocca in tutto un po’ più di 4’000 persone. Significa che in Svizzera ci sono circa 4’000  persone che prendono uno stipendio che abbia un rapporto più alto di 1:12 con i loro dipendenti.  Si tratta di top-manager di poche aziende quasi sempre quotate in borsa, quasi sempre multinazionali e spesso con tantissimi dipendenti all’attivo.

Sappiamo (sono i dati sulle assicurazioni sociali e sulla produzione nazionale degli ultimi decenni a dircelo) che i grandi manager negli ultimi 15-20 anni hanno visto i loro salari letteralmente esplodere. La Svizzera, una delle più floride economie mondiali da ormai un secolo e mezzo, è stata toccata da un fenomeno tipico del liberismo sfrenato: chi comanda si arricchisce ben più di chi riceve gli ordini. Negli ultimi decenni la Svizzera ha avuto un aumento importante della produttività delle imprese, ma chi sta sopra si è fatto le palle d’oro, chi sta sotto è rimasto abbastanza al palo. Ne ho già scritto diffusamente in questo articolo.

Il motore di questa crescita incontrollata dei salari dei manager è dovuta a molti fattori: la maggior parte di loro è straniera, proviene da un “club” molto piccolo di persone, la comunicazione sociale è praticamente nulla fra chi sta “sotto” e chi sta “sopra”, viaggiano, e cercano di fare gli stessi guadagni che fanno i proprietari delle grosse aziende. In parte ci sono anche riusciti.

Questa piccola “claque” ha però creato dei disastri economici globali.

Il loro credo economico, completamente basato sull’ideologia e condito da un individualismo portato agli estremi, ha annientato gli “anticorpi” di cui la nostra società  dispone. La responsabilità individuale, sventolata come baluardo dell’economia liberale, è ormai una parola vuota, tanto se un’azienda multinazionale ha problemi economici ci pensa Mamma-Stato (o il famoso Stato-mucca) a metterci una pezza. Ci sono vari studi su questo fenomeno, prendi ad esempio Stiglitz o Bauman, che spiegano che le grandi differenze salariali non aiutano l’economia, che insomma è tutta fuffa dire che in pochi devono guadagnar tantissimo per far star meglio tutti.

Cosa fare? L’iniziativa “1:12, per salari equi” cerca di fare quello che molti spesso rimproverano alla politica: guardare avanti e attivarsi per evitare che i disastri si avverino di nuovo. Da qualche parte bisogna pur cominciare, non si può lasciar sempre che siano gli altri a imporre le cose.

Ma è vero che le aziende lasceranno la Svizzera? No: concretamente sappiamo che le aziende trovano in Svizzera una condizione incredibile di burocrazia snella, pace del lavoro, garanzie bancarie, mercati finanziari sicuri, organizzazioni efficienti, trasporti ottimali ecc. ecc. Difficile trovare altri luoghi che garantiscano condizioni migliori per permettere alle aziende di produrre i loro prodotti (perché è questo lo scopo di un’azienda, produrre prodotti, non ingrassare i manager).

Un altro dubbio proposto: con l’iniziativa 1:12 l’AVS e i comuni vedranno arrivare meno soldi dai contributi e dalle tasse. Anche questo è un falso problema: l’iniziativa dovrà essere tramutata in legge e questo comporterà la modifica di tantissimi corpi normativi, tra cui quelli fiscali e quelli delle assicurazioni sociali. Ci si dimentica spesso che se l’iniziativa passa le aziende avranno nuovi soldi da distribuire. Le possibilità sono tre: o si aumentano gli stipendi minimi, o si investe nell’azienda, o si danno più dividendi. Il legislatore dovrà decidere come trattare questi soldi e fare in modo che non ci siano buchi nei conti dello Stato. Ma ribadisco: i soldi rimangono, perché l’azienda continuerà ad essere produttiva.

Lo so, i contrari all’iniziativa sostengono che non è vero, che le aziende non saranno produttive come lo sono ora. Ovvero cosa ci dicono: un manager si impegna solo se più di 3’000 franchi al giorno. Di meno non gli bastano. Preferisce andare altrove. Parlano degli stessi manager che si sono fatti le palle d’oro negli anni di crisi. E se gli spiegassimo che è ora di dire “basta”?

F.C.

Pubblicato su TicinoLibero il 5.11.2013