Alcuni appunti sulla lista socialista

Ho letto l’editoriale di Righinetti sul CdT di lunedì. Sostiene che la lista socialista è debole, come lo è l’idea di “fare squadra”. Sarebbero assenti profili forti e appeal. Bertoli troppo dominante. E infine nota un PS che si contraddice sulla Lega, immobile e senza giovani.

Vorrei allora esporre alcuni appunti personali sulla lista.

Inizio dal concetto di squadra, tanto criticato da Righinetti, e dalla questione della forza individuale dei candidati. Il tema va preso di petto, ma introdotto da un’analisi del contesto in cui viviamo. Il circo mediatico ticinese, intriso di bignaschismo, vuole ormai vedere una politica che gira attorno a due o tre volti noti, e non più sulle idee. Ma la realtà non è questa, il cittadino ticinese non vota solo in base alla notorietà del candidato proposto dai partiti. Il personalismo è solo una proiezione di una politica elitaria, che però altera la realtà.

Noi socialisti abbiamo a che fare con problemi strutturali che vanno ben oltre le frontiere nazionali. Molti continuano a dire che ci manca la Masoni. Secondo me invece “La Masoni” (che ormai è un topos, una navicella concettuale) ha solo contribuito a mascherare con il personalismo quello che stava arrivando, ovvero lo smarrimento della Sinistra. E infatti “La Masoni” non la abbiamo abbattuta noi, ma è stata la Storia a farlo con la crisi del 2008. Il nostro problema però è rimasto: con la fine definitiva della distinzione fra est e ovest, il crollo del castello finanziario globale e la rivoluzione digitale, la società ci è scivolata di mano. Il Ticino ne è coinvolto e noi pure. Basta leggere Gallino, Beck, Baumann, e tanti altri, per capire che è il concetto stesso di Sinistra ad essere in crisi. I numeri lo confermano: nel 2011 noi abbiam perso, i partiti comunisti han ceduto ben la metà dei loro voti e i ppdini di sinistra non son più nel parlamento nazionale.

Di fronte a questa difficile realtà il PS viene criticato perché non schiera i nomi che i giornalisti volevano leggere. Ma vedete, noi socialisti siamo usciti da una campagna elettorale nel 2011 dove abbiamo visto lame lunghe così. In questo momento noi, e con noi il popolo ticinese, non abbiamo bisogno di una battaglia tra corifei, noi ora dobbiamo lavorare sulle idee. Dobbiamo creare una spirale positiva sui contenuti. L’unico modo per poterlo fare è avere una squadra compatta che lavori seriamente e un partito, dal singolo militante a tutte le sezioni, che la aiuti! Ci vorrà dedizione. Bertoli giocherà in una squadra di pari, lui come gli altri dovrà studiare e confrontarsi, non sarà privilegiato. Fra compagni non si è come negli altri partiti, noi siamo a disposizione della causa socialista.

Mi si permetta di notare ancora due dettagli che avvalorano la nostra lista. Anzitutto la questione dell’antileghismo. Io non ho mai creduto in chi vuole far moderare i toni alla Lega, non penso che il problema sia lì. Ho invece sempre creduto in chi combatte la politica dadaista del Mattino. Una politica sana si basa su numeri e razionalità, la Lega invece ha milioni di franchi da buttare dalla finestra per tirar voti sul nulla. Questo spreco lo si dimentica spesso, ma è dannatamente importante quando si fa politica. Noi i milioni non li abbiamo. Non mi lagno, sono felice di non dipendere da nessuno. Ma noi per avere appeal dobbiamo anche cercare nelle tasche dei compagni. L’antileghismo dei contenuti è molto faticoso. Ma è un buon approccio politico, perché ci obbliga a capire la società che ci circonda. Quello che son disposti a fare i nostri candidati, tutte persone di spessore.

Sui giovani infine: è vero, ne abbiamo e ci sono stati errori nel passato. E c’è di sicuro anche una questione generazionale che non affrontiamo nel modo giusto. Ma facciamo uno sforzo di analisi: la politica per noi è un po’ più difficile, perché il partito non ha cadreghe dell’amico dell’amico da distribuire, ci restano militanza e idealismo. Detto ciò, dobbiamo imparare a fare gruppo e dobbiamo lavorare sulla nostra Storia. Abbiamo tanti compagni che han vissuto da dentro la vita del cantone, quanta esperienza da tramandare! A noi il compito di suscitare la curiosità dei neofiti, la disponibilità degli anziani, e l’umiltà di saper ascoltare. Il bello dei nostri candidati è che sono molto freschi, lavorare su questo punto sarà quindi più facile.

Una cosa però va ancora detta. In Ticino i proprietari dei giornali che contano sono tutti vicini ai partiti borghesi. Vi chiedo: sono pronti i loro giornalisti a fare un atto di coraggio e dare spazio anche alle idee di sinistra, e non solo ai volti noti?

 

Filippo Contarini, membro della commissione elettorale del PS

Pubblicato oggi sul Corriere del Ticino