Come caposezione sulla Rivista di Lugano!

Un paio di settimane fa la simpatica e brava Giulia Casanova mi ha intervistato per un articolo da mettere in “vetrina” sulla Rivista di Lugano. Mi permetto di rimettere l’intervista qua sotto, la potete trovare anche a questo link. Per abbonarvi alla rivista cliccate qui!

Un perfetto connubio tra sapere pratico e teorico: ecco una delle impressioni che potreste avere interloquendo con Baloo, all’anagrafe Filippo Contarini, appena nominato caposezione scout di Lugano 1915. Nato a Roma nel 1986 da famiglia italo-svizzera, cresce a Breganzona, dove frequenta le scuole dell’obbligo, prima di iscriversi al liceo Lugano 2 di Savosa, dove intraprende l’indirizzo linguistico. Lo incontriamo nella storica sede di via Sonvico a Cornaredo: ci raggiunge in sella alhttp://rivistadilugano.ch/images/large/vetrina_3.jpgla sua affezionata motocicletta.

All’interno dello stabile ci muoviamo tra i numerosi libri di Baden Powell, fondatore del movimento scoutistico nel 1907, e le fotografie di gruppo che tappezzano le pareti rendendo l’ambiente particolarmente vissuto. Infatti, come ci racconta Filippo, «qui dentro siamo diventati grandi, ho tantissimi bei ricordi di quando ero esploratore, pioniere, animatore e rover». In quinta elementare va a fare visita alla sorella che partecipava a un campeggio scout in val Bavona, da lì nasce la spinta a unirsi alla sezione e indossare la camicia color cachi da esploratore (un anno prima rispetto ai suoi coetanei): «Inizialmente non volevo entrare a far parte dei lupetti (bambini dai 7 agli 11 anni che si contraddistinguono per la camicia azzurra); per quale motivo non lo so. Ma respirando quell’atmosfera tra le tende e le costruzioni in legno, il contatto con la natura, sono rimasto letteralmente affascinato». Per un bambino di 10 anni imparare a costruire la propria tenda, accendere un fuoco, oppure cantare in cerchio attorno a un falò sotto le stelle sono esperienze entusiasmanti. Gradualmente impara a responsabilizzarsi, a rendersi indipendente e autonomo, ma allo stesso tempo l’ambiente scout è una preziosa palestra che prepara i ragazzi ad avere un approccio più consapevole anche nei confronti della realtà esterna. Nonostante non vi sia una regola scritta a riguardo, durante il primo campeggio i nuovi arrivati vengono insigniti di un soprannome, detto totem, che li accompagnerà per tutta la loro esperienza scoutistica. «Di solito si assegnano tramite una sorta di rito per ufficializzare il tutto, ma per me è stato differente. Durante il mio primo campeggio una lupetta mi chiamò scherzosamente Baloo, facendomi esplodere di gioia. Era un totem che mi calzava a pennello. Corsi dagli animatori chiedendo di poterlo adottare ufficialmente. E così fu». Con gli anni Filippo Contarini è arrivato ad essere pioniere (dai 15 ai 17 anni), animatore e rover. Ha preso parte a parecchi campeggi a livello cantonale, dove tutte le sezioni scout si riuniscono, e addirittura al 20.mo Jamboree mondiale dello scoutismo tenutosi a Sattahip, in Tailandia, tra fine dicembre 2002 e inizio gennaio 2003 in presenza di ben 24mila partecipanti: «L’esperienza in Tailandia è stata fortissima. Era come muoversi in una città a sè stante, in ogni angolo si potevano incontrare giovani di culture lontanissime e intessere amicizie in quest’atmosfera quasi surreale».

Con i compagni della sezione si instaura un legame che trascende il semplice incontro settimanale del sabato, si crea una vera e propria compagnia anche fuori dal contesto scoutistico. Non a caso uno dei motti è «scout una volta, scout per sempre», e ci tiene a precisarlo anche Filippo: «È un modo di essere, di approcciarsi alla realtà esterna. La sezione non è un piccolo universo stagno, bensì fornisce strumenti che arricchiscono e preparano alle esperienze della vita quotidiana. Penso per esempio alla capacità di interagire nelle dinamiche di gruppo, a mettersi in gioco, o anche al teatro o a conoscenze meramente pratiche come fare dei nodi resistenti». Filippo percepisce lo scoutismo quasi come una missione: in una regione sotto molti aspetti cementificata come il Luganese, la figura dello scout dev’essere rilanciata e riscoperta. Il suo ruolo quale caposezione è proprio quello di ampliare i margini di possibilità di partecipazione che finora non sono stati sfruttati, cosa che si è già cercato di fare mediante gli eventi organizzati in occasione del centenario della sezione Lugano 1915. L’impronta che intende dare è quella di puntare sul senso insito in ogni attività, per far sì che a fianco della praticità ci sia sempre un contenuto concettuale.

La vita di Filippo oggi si snoda tra Lucerna, Zurigo, Roma e Lugano. Nel 2006, dopo una parentesi di architettura al Politecnico di Zurigo, si indirizza verso lo studio del diritto alla giovane università di Lucerna. Assieme a tre compagni fonda la IUCIM, associazione studentesca italofona di Lucerna, che oggi conta numerosi iscritti. Durante il percorso formativo matura esperienze quale assistente universitario che gli hanno permesso di diventare, dal 2013, assistente scientifico del direttore dell’Istituto svizzero a Roma. «Il mio campo di studio è la storia e la teoria del diritto, materia che si avvicina molto alla sociologia, pertanto svolgo perlopiù mansioni di ricerca. Il mio obiettivo è proseguire nell’ambito accademico, insegnare mi entusiasma molto». Cosa ti sentiresti di dire a Baden Powell se ti trovassi a cena con lui? «Probabilmente gli direi che condivido i suoi principi educativi. Come lui stesso capì, ogni bambino possiede delle potenzialità che, se scoperte e valorizzate, gli permettono di giocare un ruolo attivo all’interno del gruppo. Naturalmente alcune caratteristiche dello scoutismo si sono necessariamente evolute per poter mantenere una certa complementarietà con la società, la quale ai suoi tempi era molto gerarchica e conservatrice». Tanti auguri a Filippo per il proseguimento di Lugano 1915 e… «sempre pronti!».