Elogio a Roberto Malacrida – Il sostegno a un socialista moderato

Ho 38 anni meno di Roberto Malacrida. http://media-public.pmm.rtsi.ch/media/object/rtsi/420f46d1-2b06-4452-bd0e-e1311900a5ec/?width=320&height=400È uno scatto generazionale, nessun dubbio. Quello scatto che quando sei giovane ti fa osservare l’azione politica di chi è più grande con un occhio critico e scettico. Il giovanilismo non è una strategia giusta, ma è vero che talvolta un colpetto di mano ci vorrebbe. Eppure con Malacrida tutto questo non riesco a pensarlo.
Politicamente ho potuto conoscerlo un po’ più a fondo durante una seduta di una commissione-cerca. Sono momenti in cui, se si vuole, si può cercare di scavare un po’ nella personalità del candidato. Fargli quelle domande più fastidiose, che è meglio tenersi per sé in occasione dei comitati o dei comizi pubblici. Posso garantirlo, e può dirlo chi mi sta vicino: sono tornato a casa affascinato.
Roberto Malacrida può essere un esempio. Riunisce in una persona sola filosofia e concretezza, teoria e pratica. Sapere, saper fare e saper essere. In pensione da un paio d’anni, è stato primario delle cure intense che ha diretto negli ospedali di Bellinzona e di Lugano. Non contento, ha pensato bene di portare in Ticino la Rega e di svolazzare per due decenni di qua e di là per il cantone con l’elicottero, contribuendo con altri colleghi a salvare vite umane sulle strade e nei boschi, permettendo a tutti noi di stare in montagna senza preoccupazioni, di essere trasportati in urgenza da un luogo di un incidente nei pronti soccorsi degli ospedali dell’EOC, sovente in situazioni drammatiche.
Medico in prima linea, potremmo dire. In entrambi i sensi, visto che nonostante sia un convinto pacifista è stato tenente colonnello dell’esercito, continuando quella tradizione che dice che qualche socialista là dentro ci vuole per controllare certi borghesi guerrafondai. Il lungo cammino attraverso le istituzioni. Basta?
Assolutamente no!
Poliedrico fino in fondo, è stato professore associato all’Università di Ginevra e professore titolare in quella di Friborgo, insegnando con particolare dedizione l’etica clinica e affrontando i dilemmi del fine vita e della sofferenza in genere. È stato gioioso stupore quando ho trovato testi curati da Malacrida citati in un libro di storia del diritto scritto dal nostro ex rettore dell’Università di Berna, che riprendeva digressioni sul concetto della memoria.
Alla persona istituzionale si affianca la persona umana. Politicamente irrequieto (da giovane non militava nel PS, ma era stato piuttosto un compagno di strada dei movimenti post-sessantottini), diventa saggiamente più moderato con l’esperienza della vita. Ma è soprattutto la realtà di aver dovuto affrontare il male nella quotidianità ospedaliera che lo segna, perché obbliga, volenti o nolenti, a un profondo contatto con il dolore e la morte. Ma tutto questo non lo ha indurito, anzi. Ti racconta la sua attività con gli ammalati con dolcezza. Pacato, gentile, sorridente, eppure serio perché quello che ha visto non lo vedono tutti e lui lo sa. Potrebbe essere distaccato, e invece rimane curioso e si interessa alle persone con cui parla.
Si è buttato in politica quando ha cominciato a lavorare meno. Ha idee forti, legate al filo rosso di una vita spesa per chi è più debole. Rappresenta perfettamente il PS come pure tutte le forze laiche di sinistra e in questo momento decisivo per la nostra sanità pubblica ha veramente qualcosa da dire. Finito di operare in medicina intensiva, non riusciva a non dedicarsi al bene comune e quindi si è candidato, per cercare di essere utile nella difesa di chi è povero, precario, colpito dall’ingiustizia sociale. È stato in Gran Consiglio per otto anni, ora fa il municipale a Bellinzona e dimostra ogni giorno con il sindaco e i suoi colleghi che sì, i socialisti sanno governare bene.
Permettetemi di dirlo, come giovane: io le chiavi del nostro parlamento federale gliele darei a occhi chiusi.
Filippo Contarini, giurista
Pubblicato sul cdt il 28.09.2015, (foto di Malacrida presa dal sito www.rsi.ch)