Saverio Lurati risponde a Ambrosetti
Mercoledì 8 febbraio sul Corriere del Ticino Saverio Lurati risponde a Franco Ambrosetti, che aveva sparato a zero sulle imposte sulle eredità multimilionarie. Qui sotto la lettera, più in basso i link alla prima e alla seconda opinione di Ambrosetti
Tassiamo le eredità milionarie
Sarebbe interessante se Franco Ambrosetti, invece di porsi domande e rispondersi da solo (vedi la sua «Opinione» del 31 gennaio), osservasse la realtà un po’ più da vicino quando parla di fiscalità. Il tema è di quelli che fanno venire l’orticaria ai partiti borghesi: le imposte sulle eredità multimilionarie, che andrebbero a toccare solo il 17% degli svizzeri, quelli più facoltosi. Non stupisce quindi da che parte si schieri Ambrosetti.
Il presidente della Camera di commercio accusa i promotori dell’iniziativa di non aver vissuto la storia sociale degli ultimi cent’anni. Evidentemente lui ha dimenticato di vivere quella degli ultimi quindici. Dati statistici alla mano, il 10% più ricco della popolazione si è infatti arricchito enormemente di più del restante 90%, che è rimasto al palo. Chiedere l’introduzione di una tassazione sulle eredità multimilionarie è quindi una conseguenza logica di un problema che non si può più tollerare.
Ma facciamo attenzione, affrontiamo la questione con chiarezza e senza tanta retorica: l’iniziativa vuole tassare per il 20% solamente la parte di eredità che supera i 2 milioni di franchi. Anche per le donazioni vale questa franchigia di 2 milioni. Bisogna oltre a ciò dedurre la parte che passa al coniuge superstite, che non è tassata. Gli altri dettagli tecnici, in particolare per il passaggio delle aziende, saranno regolati approfonditamente dal Parlamento.
È quindi fuori luogo dichiarare che chi produce ricchezza viene tartassato. Perché il reddito, quello tangibile, lo crea prima di tutto chi lavora con il sudore della propria fronte e i calli sulle mani, chi si alza la mattina presto per andare in ufficio e tornare a casa stanco dopo una giornata di duro impegno senza vedere bonus milionari a fine anno. E queste sono proprio le persone dimenticate da Ambrosetti. Queste fanno parte dell’83% della popolazione che non sarà toccato dalla nuova imposta sulle successioni.
Tassare le eredità oltre i 2 milioni di franchi (oltretutto più leggermente rispetto a tanti Paesi occidentali, USA compresi) non è quindi una confisca, non si punisce nessuno, né si tartassa chi ha già pagato le tasse. È piuttosto un passo verso l’interesse generale – tanto vituperato anche dalla Camera di commercio -, verso la distribuzione delle opportunità a favore di chi lavora e si impegna, ma alle spalle non ha una famiglia con svariati milioni sotto il cuscino.
È facile rifugiarsi dietro la sovranità fiscale dei Cantoni quando questi hanno dimostrato di andare a caccia dei multimilionari abbassandogli costantemente le imposte, facendosi una guerra fiscale ignobile. È facile raccontare la storiella dell’immoralità della retroattività, quando in realtà tale non è, visto che l’effetto anticipato dell’iniziativa è stato dichiarato in modo chiaro ed entrava in vigore dopo la deposizione dell’iniziativa alla Cancelleria federale e la pubblicazione sul «Foglio ufficiale».
La realtà che Ambrosetti e i suoi colleghi borghesi non riescono ad accettare è che chi pagherà questa tassa sull’eredità non si vedrà di sicuro ridotto sul lastrico. Mentre la stragrande maggioranza della popolazione, con l’accoglimento dell’iniziativa, godrà invece di un miglioramento della sua condizione sociale.
* presidente USS Ticino e Moesa
Le prese di posizione di Ambrosetti
Qua il contributo da cui ha preso spunto Lurati
Qua invece la risposta (piccata) di Ambrosetti