Sosteniamo Marina Carobbio agli Stati per ridare al Ticino un posto serio in Svizzera

Era il 16 agosto 2018, non pensavo a elezioni, né a eventi politici particolari. Ragionavo di ambiente e costatavo che c’è chi diceva che la democrazia diretta è un ostacolo alla riduzione dell’inquinamento. Non è così, dietro ai disastri ambientali, lo sappiamo, c’è la mano umana e alcuni centri economici altamente irresponsabili. 
 
Ricordavo in quell’articolo che l’unica politica ticinese seriamente attenta all’ambiente in parlamento era Marina Carobbio. Il risultato della socialista era impressionante: il 99-100% delle volte in cui in parlamento si è votato sull’ambiente, lei aveva una posizione ambientalista. Questo dato è interessante perché il PS svizzero continua a cedere da anni i suoi voti ai verdi proprio perché il duo Levrat-Berset non ha saputo essere apertamente ambientalista.
 
Non è un caso che l’ingegnere Bruno Storni, ambientalista, sia stato eletto per la seconda volta come subentrante della Carobbio. Come nemmeno è un caso che nella lista sinistra alternativa abbia vinto la Greta e non Cavalli: la politica oggi è fatta di protesta, non di idealismo. Di sciopero delle donne e sciopero del clima. In politica vince oggi la richiesta di co-decisione, non la richiesta di equità.
 
Guardate il bel risultato dell’ingegnera Zanini: è arrivata terza per il PS proprio grazie a un forte sostegno del mondo non politico (schede senza intestazione), sebbene le logiche dell’organizzazione partitica la abbiano sfavorita. Al netto della perdita di migliaia di schede da parte del PS, i risultati di Storni e Zanini mostrano che la politica a sinistra ha bisogno di battitori che siano in grado di polarizzare su temi emozionali e di protesta, comunicatori presenti nel discorso sociale. 
 
La Carobbio merita invece di un discorso a parte. Lei ha costruito quello che Bourdieu definisce “capitale sociale” durante anni proprio nell’ambito di quelle logiche di protesta. Con la sua presenza sempre più conciliante e meno da “maestrina”, la Carobbio ha saputo darsi una nuova immagine di donna decisa ma pronta ad ascoltare. Presente nelle questioni di genere, nelle questioni ambientali, nelle questioni dell’abitazione e nelle questioni della cassa malati, ma pure membro della Commissione della Gestione federale, più che un’esponente del partito socialista direi che ormi è in grado di rappresentare l’intero panorama politico nazionale di centro-sinistra nei temi al centro della discussione sociale attuale. 
 
In questo senso la sfida elettorale per il Consiglio degli Stati è più semplice di quel che potrebbe sembrare a prima vista. Anzitutto contro di lei ci sono tre maschioni indistinguibili uno dall’altro: tutti e tre rappresentanti dei poteri forti del cantone e del paese, si tratta di gente vicina alla finanza, al grande capitale, agli interessi particolari. Chiesa, Lombardi e Merlini sembrano politici fatti con lo stampino, accidenti! 
 
Mi si permetta di metterli a confronti con la Marina nazionale:
 

  • la Carobbio è una politica lineare, con delle idee costanti sulla questione europea (in particolare sul bisogno delle misure di accompagnamento). Non è invece una politica ipocrita come Filippo Lombardi, che sulla questione europea ha cambiato idea ogni volta che si è candidato. È non mi venite a dire che cambiare idea sui temi centrali è una dote in politica, perché a me sembra piuttosto comodo trasformismo. Se uno non è più d’accordo con sé stesso, può tranquillamente farsi da parte. Ma le seggiole si sa, sono comode!
  • la Carobbio si occupa di temi sociali da sempre, mettendoci la faccia, e ben sappiamo che c’è bisogno come il pane di una conoscenza chiara dei bisogni sociali. Anche se il tema non “tira” elettoralmente, la realtà è che la vita è sempre più precaria e il potere d’acquisto diminuisce. Uno come Marco Chiesa invece fa finta di occuparsene, ma ogni tanto gli vengono dei lapsus che ricordano a tutti la verità. In televisione la scorsa domenica commentando i risultati è  riuscito a dire che lui ora parlerà anche di temi sociali, anche perché è direttore di una casa anziani e conosce bene questi temi. “Insomma, quando serve mi posso occupare anche dei poveracci” sembra dirci. Grazie, o magnanimo Marco!
  • la Carobbio è ha dimostrato di sapersi muovere con agilità all’interno delle logiche politiche nazionali, tessendo alleanze e costruendo un capitale sociale per il canton Ticino basato sul duro lavoro. È molto diverso da altri politici, come p.e. Giovanni Merlini, che invece costruiscono strutture grazie al solito “milieu” di avvocati e notai vicini ai centri di potere militari-finanziari elvetici. Abito in Svizzera tedesca da tanti anni, la realtà è che questa banda di liberali, capitanati da Fulvio Pelli, ha sì imposto un Consigliere federale devoto, ma ha contemporaneamente creato l’idea che il Ticino sia un posto di sudditi da usare a mo’ di colonia dove divertirsi. I liberali ticinesi si sono venduti in Svizzera come amministratori del villaggio turistico “Ticino alle palme”!

 
Permettetemi di dire che vivere questa politichetta liberale-conservatrice ticinese quando si abita in dentro è avvilente. C’è ora bisogno di uno scatto culturale che valorizzi il Ticino. Uno scatto possibile proprio cambiando squadra agli Stati e eleggendo Marina Carobbio.
 
Filippo Contarini, Zurigo

pubblicato su www.ticinotoday.ch