Dissimulazione della realtà
Leggiamo con un certo interesse gli articoli riguardanti l’iniziativa popolare federale “Sì al divieto di dissimulare il proprio viso”, lanciata dal cosiddetto Comitato di Egerkingen. L’iniziativa propone di inserire nella Costituzione federale lo stesso divieto contro la dissimulazione del volto già adottato in Ticino. Come molti di voi ricorderanno, quello che aveva scritto il parlamento ticinese però non stava né in cielo né in terra, per cui avevamo lanciato un ricorso al Tribunale federale. Questo ha stabilito l’incostituzionalità, in particolare per quanto attiene ai diritti politici, di gran parte della legge ticinese e ha imposto che il parlamento ticinese la cambi.
Ora la Consigliera nazionale leghista Roberta Pantani
pubblica su alcuni portali online un articolo che, usando la solita inutile
retorica leghista, sostiene l’iniziativa. Furba, la signora Pantani dice che il
testo dell’iniziativa federale corrisponde a quello che la popolazione ticinese
ha inserito nella sua Costituzione cantonale. Furba perché omette di ricordare
che il testo dell’iniziativa federale dice ben di più, ovvero impone anche le
regole che poi noi abbiamo già contestato al Tribunale federale. Regole
che violano la Costituzione federale (decisione di Losanna del 20 settembre
2018, DTF 144 I
281). In altre parole: la signora Pantani vuole farci votare qualcosa che il
Tribunale federale ha già detto che è anticostituzionale. Alla faccia del
“per voi a Berna”.
Su questo punto è importante notare un dettaglio, che vi fa capire quanto è fuori luogo l’articolo della Pantani: noi, quando abbiamo chiesto al Tribunale federale di controllare la costituzionalità della legge ticinese, non abbiamo contestato la violazione del diritto internazionale, ma unicamente quella della Costituzione federale. In altre parole, abbiamo sottoposto unicamente a giudici svizzeri la questione di sapere se la legge sulla dissimulazione del volto violava la nostra cultura giuridica liberale. La risposta, come detto sopra, è stata affermativa: la legge sulla dissimulazione del volto è anticostituzionale. E così lo è pure l’iniziativa del Comitato di Egerkingen, tanto cara alla signora Pantani.
Si sa, in campagna elettorale si fa di tutto pur di raccogliere voti, per esempio omettere che le cose che si stanno proponendo sono anticostituzionali. Non basta, ed ecco la Pantani che la spara grossa e dice che l’iniziativa serve addirittura a promuovere il rispetto nei confronti delle donne. Ma voi avete mai visto dare una sanzione a qualcuno e intanto dirgli: “eccoti un po’ di rispetto!”? Non ci piace fare i soliti giuristi noiosi, ma va qui ricordato che se un uomo obbliga una donna a coprirsi il volto, beh quello è un reato già punibile dal nostro Codice penale (svizzero), con l’art. 181 (reato di coazione). L’iniziativa del comitato di Egerkingen invece vuole… punire le donne!
Domanda lecita, che ci poniamo noi due che siamo cittadini laici e non religiosi: e se una donna vuole coprirsi il volto, ad esempio con una mascherina igienica, senza essere obbligata da nessuno? È colpevole di auto-determinazione? Lo capiscono anche i bambini che una democrazia aperta non si costruisce con le multe e con la polizia, ma lavorando su come incentivare i diritti delle donne e la loro integrazione. Abbiamo già proposto, ad esempio, che venga aperto un museo dell’emancipazione femminile, ma i partiti di destra sono contrari. Cosa scopriamo per contro? Che la Lega e l’UDC sono i partiti che meno si impegnano in Svizzera per i diritti delle donne in parlamento. Dove sono i voti quando si parla di assicurazione maternità e paternità? Dove sono i voti quando si tratta di sostegno alle vittime di stupro? Dove sono i voti quando si chiedono diritti contro il licenziamento sul posto di lavoro delle neo-mamme? Dove sono i voti per la parità salariale? Alla nostra realtà appartengono purtroppo i 249 omicidi commessi tra le mura domestiche tra il 2009 e il 2018, di cui il 74,7% sono donne o ragazze, ne vogliamo parlare?
Questi leghisti che parlano di diritti delle donne e che poi le multano sono patetici. Bisogna invece finalmente affrontare la questione del disagio di genere. Come prima cosa bisogna smetterla di dare retta a questi partiti di destra, che fanno solo finta di pensarci, mentre in realtà stanno solo seminando cattiveria nella nostra società libera.
Martino Colombo e Filippo Contarini
Membri del Comitato di Berna
pubblicato su www.ticinonews.ch