Stringiamo i pugni a Elly: la politica deve ripartire dai “piedi”

Elly Schlein è luganese. Giurista e regista su temi riguardanti la migrazione. Più tardi ha preso il sacco in spalla e ha girato il norditalia a piedi e in bici (l’azione Slow Foot) per farsi eleggere nel parlamento europeo. Lì si è occupata del regolamento Dublino, che è a tutti gli effetti il buco nero dello Stato di diritto in Europa. Era importante rimettere i piedi al centro. Poco dopo lo fece anche Lisa Bosia, in modo persino più dirompente girando la Svizzera a piedi assieme a molte compagne e molte persone migranti (nella Bainvegni Fugitiv Marsch). Rappresentano il bisogno della nostra società di tornare con i piedi per terra.

Elly rappresenta la comunità queer e un modo di essere di sinistra che è pronto a compromessi sapendo benissimo da che parte sta. Elly sta a sinistra. Chiaramente si tratta di una sinistra intellettuale, universitaria, gramscianamente classe dirigente. Si è formata nella campagna elettorale di Obama, direttamente in America. Nel 2013 con altri fa #OccupayPD, condannando pubblicamente la deriva antidemocratica italiana causata dall’impallinamento di Romano Prodi e la rinomina a presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano. Ricordiamoci che il primo critico di Napolitano non era tanto quel Rodotà proposto dai 5Stelle, ma piuttosto Franco Cordero (quello che inventò il concetto di Caimano) che condannò a chiare lettere il nuovo presidenzialismo italiano. Il secondo mandato a Sergio Mattarella, che ha cementificato quella prassi, non è previsto dalla Costituzione.

Elly non è nel PD. Seguì nel 2015 Pippo Civati, che aveva fondato Possibile. Civati diceva in modo molto aperto che bisognava riuscire a governare con il primo Movimento 5Stelle, composto in gran parte di elettori di sinistra. Ma il PD venne preso da Renzi, con grande sostegno dei giornali di centro-sinistra. Giornali che ormai somigliano sempre di più a brutte copie di dagospia. Il PD, partito lasciato regolarmente orfano dai propri segretari, il partito senza cultura politica, il partito di nessuno.

Conobbi Civati quando ero presidente dell’antenna italiana del Partito socialista svizzero. Ero fortunatamente anche segretario dell’associazione degli Amici del Ceneri, le cui compagne e compagni mi diedero fiducia: nel 2015 invitammo Elly Schlein al grotto, all’annuale festa del PS. In Ticino è sempre difficile far parlare l’Italia e l’Europa, siamo chiusi in noi stessi, la modernità qui non è mai arrivata. Ma Elly è luganese, una delle pochissime luganesi della mia età che fa politica. Possiamo provarci. Fu un momento molto emozionale. Dopo il suo discorso portarono la Graziella da me, che in lacrime mi chiese di presentargliela, di conoscerla, di abbracciarla. Elly andava toccata, la materialità era importante. Perché davanti a noi avevamo improvvisamente una politica che faceva parlare l’idea e non l’appartenenza. Perché l’appartenenza era in lei figlia dell’idea.

La sinistra è un’idea. Noi lottiamo per l’idea. Ci prendiamo gli insulti per l’idea. Siamo diversi dalla destra perché siamo ossessionati dal tentativo di ricucire l’idea con la materialità. Chiamiamo questa cosa “la sintesi”. Fare sintesi significa rinunciare alla comodità delle rendite. Essere di sinistra significa anzitutto essere.

Elly viene criticata oggi per essere espressione della classe dirigente. Fate attenzione alle parole: la destra già la chiama “cosmopolita”. Sotto questa parola si nascondono le avvisaglie del ressentiment antisemita. Il suo essere cittadina del mondo è invece ben altro, ovvero l’incapacità di vivere la politica in senso narcisista. Elly è una politica che “si sporca le mani”, anzi i piedi.

Elly rappresenta una politica che facciamo fatica a capire, perché non è stata “costruita” dalla stampa. Esce dallo spettro della nostra narrativa contemporanea, in cui è reale solo ciò che deriva dalla finzione televisiva. Non vorrei sembrare un facile moralista, e nemmeno un irriducibile francescano. Il mio ateismo me lo impedisce. Ma secondo me, nell’età dell’internet, la politica deve ricominciare proprio da lì, dai piedi. Per questo fui il primo a prendere le difese di Lisa Bosia. Per questo proposi di portare Elly al Ceneri.

Stringo i pugni a Elly. Rappresenta la nostra generazione, quella dei 35enni, quelli che stanno lontani dalla politica sebbene abbiano qualcosa da dire. Se non sarà eletta segretaria del PD la sinistra perderà qualcosa, qualcuno. Ma soprattutto non darà una chance all’idea. Né ai piedi. Sarà la fine della politica come sintesi – e la fine del PD.

Filippo Contarini

Articolo pubblicato su LeftTicino il 6 dicembre 2022 – http://www.leftticino.ch/articoli/262/stringiamo-i-pugni-a-elly-la-politica-deve-ripartire-dai-piedi/