La catastrofe dell’iniziativa 1:12 e lo slancio della socialdemocrazia ticinese

Permettetemi di scrivere alcuni commenti a caldo, perché sono veramente molto, molto deluso dalla giornata di oggi. Perché io veramente credevo in un risultato incoraggiante dell’iniziativa 1:12. Non lo so perché, ma mi ero fatto l’idea che gli svizzeri avrebbero accolto con un po’ di entusiasmo la proposta. Non pensavo sul serio sarebbe passata, ma credevo almeno in percentuali dignitose e qualche cantone vittorioso.

Invece è stato un disastro, una ferita aperta difficile da ricomporre. Le balle che ci raccontano dicendo “almeno si è parlato del problema dei salari” non mi van proprio giù. È dal 2008 che parliamo di salari dei top-manager, l’iniziativa Minder ha trattato (vincendo) proprio questo argomento. L’iniziativa 1:12 doveva essere la votazione finale di un discorso pubblico lungo e difficile. Potremmo anzi dire che doveva infine chiudere la partita. E infatti la ha chiusa: a favore dei top-manager, dannazione!

Noi militanti socialisti in queste cose ci crediamo. Noi crediamo veramente che la disparità salariale in azienda sia un problema. Ora: in politica bisogna distinguere cosa politicamente è fattibile e cosa deve rimanere un obiettivo futuro. Come avvicinarsi alle riforme, insomma. Se il partito, con la sua dirigenza in testa, si muove con iniziative così chiare, così idealiste, così schierate, noi ci stiamo e giochiamo la partita (io ad esempio qui e qui). Ma la dirigenza deve darci gli strumenti per giocare. Deve indicarci la strada con chiarezza.

Un grave errore è stato non capire cosa avrebbe fatto il giornale più attento alle questioni del PS. Non è possibile avere il Tagesanzeiger che per mesi fa guerriglia di bassa intensità a favore dell’iniziativa e poi farsi sorprendere a tre settimane dal voto da un editoriale del direttore che la distrugge. Dicendo oltretutto che se l’iniziativa fosse stata 1:20 allora forse sarebbe stata votabile, facendo passare i socialisti tutti per imbecilli. Chissà, forse la 1:20 sarebbe passata sul serio. Ma con i “se” e con i “forse” non si cambia la storia.

Ci sono stati altri nostri errori grossolani, oltre a quello di non capire in anticipo cosa avrebbe fatto la stampa. Un esempio banale:  andare a fare campagna dicendo che alla Victorinox i salari seguono la regola della 1:12 e poi farsi sputtanare dal capo della Victorinox che ha affermato di non sostenere l’iniziativa. Oppure farsi mettere sotto pressione dai chi sosteneva (anche dei compagni!) che l’AVS e le entrate fiscali sarebbero state distrutte con l’iniziativa. A queste critiche bisogna arrivare preparati. Già nel 2010 bisognava essere preparati, non a due mesi dalla votazione! E invece nel discorso pubblico ha giocato solo tanta ideologia, tanta speranza, e pochissima “Sachlichkeit”, obiettività. L’elettore se non gli dai delle analisi fattuali e tanta preparazione non ti segue nei grandi cambiamenti. È una frase banale eppure la nostra dirigenza non l’ha colta.

Insomma, questa iniziativa, che sappiamo difficilmente avrebbe vinto, ha fatto un risultato disastroso anche per colpa nostra, della nostra capacità di fare politica.

È il terzo scherzetto che il partito ci tira. Abbiamo iniziato con la legge sull’asilo, dove non sapevamo se i socialisti partivano favorevoli o contrari alla riforma (e nota bene, la ministro della giustizia è nostra…). Poi ci siamo inalberati nella votazione sull’esercito, una vera e propria Caporetto, perdendo tutta la credibilità che avevamo in questioni militari. Ora l’iniziativa 1:12, che oltretutto ha usato acriticamente l’iniziativa Minder come “scaletta”, pensando che gli elettori siano tutti delle pecore e avrebbero votato nello stesso modo (ed è invece ora  finalmente palese che l’iniziativa Minder è stata accettata proprio perché era un’iniziativa assolutamente non riformista).

In politica si dimentica tutto molto in fretta. In particolare possiamo dire che vale la regola che nessun politico si prende mai le responsabilità che gli spettano. E se invece come socialisti cominciassimo a dire che perdere un’iniziativa popolare sui salari (ovvero su uno dei temi centrali di tutta la politica socialista degli ultimi 100 anni) in un periodo di crisi sistemica del capitalismo con ben il 65% dei no e nessun cantone favorevole è una catastrofe? Da semplice militante arriverei a chiedermi se non sia il caso ora che il nostro presidente rimetta il suo mandato nelle mani dell’Assemblea dei Delegati. Secondo me sarebbe un gesto apprezzato e un segnale per la gestione politica del futuro.

In tutto questo discorso il Ticino gioca (per fortuna) un ruolo diverso.

Sappiamo bene che è dai tempi del congresso del PSA del 1983 che in Ticino entrambi i partiti socialisti sono apertamente socialdemocratici, che non sono contrari all’esistenza di una economia privata florida, ma che chiedono che ci sia una responsabilità sociale delle aziende e una democratizzazione dei diritti dei lavoratori. L’iniziativa 1:12 in questo senso non era liberticida e i ticinesi lo hanno capito, non avrebbe messo in ginocchio le aziende e nemmeno la fiscalità, anche perché da noi sono ben poche quelle non rispettano la proporzione 1:12.

La situazione di pressione salariale e il sentimento di mancanza di diritti dei lavoratori hanno fatto il resto: l’iniziativa da noi ha quasi vinto. Come socialisti, con il sostegno della sinistra tutta, ci abbiamo messo la faccia, uniti. Abbiamo dimostrato che al di là dei risultati elettorali la sinistra in questo cantone sa ancora fare politica. E la gente è disposta a seguirla.

Ormai la Lega si è giocata tutta la sua credibilità (toglie i sussidi di cassa malati e alza le imposte…) e noi siamo di nuovo in grado di raggiungere i ceti popolari con le nostre idee e le nostre speranze. Noi che stiamo cercando di essere coerenti con i nostri ideali grazie a una vera democrazia interna (anche difficile da gestire, talvolta) e tanto studio sui fatti, sui temi, sachlich! Finalmente l’elettore torna a premiarci.

Sono lontani i tempi di quando avevamo due Consiglieri di Stato di sinistra, ma chissà che per la socialdemocrazia ora non sia finalmente giunto il tempo di tornare a puntare i piedi e parlare per il popolo e a nome del popolo?

 F.C. 24.11.2013
Testo riproducibile volentieri, chiedo semplicemente di riportare nell’incipit la provenienza